TEATRO INVISIBILE
At-tesa nel ventre del Cavallo
residenza presso
Teatro del lavoro / la Terra Galleggiante
dal
Cosa si prova in prossimità della fine della propria vita? Questa domanda che quasi nessuno di noi si pone e che allontaniamo come tabù, in una società che non affronta il tema della morte, quasi a voler negare la nostra caratteristica di esseri umani mortali è il fulcro della nostra ricerca.

Ci astraiamo però dal quotidiano e ci poniamo all’interno di una situazione di rischio e di minaccia concreta, in un tempo sospeso in cui si intrecciano ricordi, memorie (di un passato recente e lontano, personale e universale) e desideri per il futuro, speranze, sogni.
L’ attesa straziante si espande divenendo spazio di riflessione, di racconto, in cui rivivere attraverso le figure stralci di passato ed immaginare il futuro.

Siamo nel ventre del Cavallo di Troia, accompagniamo i pensieri di coloro che rischiano le loro vite nella speranza di porre fine ad una guerra decennale.
Il punto di vista è antieroico, non si tratta di guerrieri votati al combattimento, ma di giovani spinti alla battaglia contro voglia e più per senso del dovere che per desidero di lotta, dubbiosi, spaventati e in procinto di una fine prematura.
Ne raccogliamo i pensieri sottoforma di parole, i ricordi sottoforma di figure che prendono vita come ombre e pupazzi e le speranze declinate grazie alle tecniche circensi di trapezio e tessuti aerei.
La creazione dello spettacolo passa attraverso una serie di tappe in luoghi differenti, ciascuno dei quali adatto alla ricerca e alla costruzione di alcuni aspetti particolari della messa in scena:
primi sviluppi presso Curious School of Puppetry (Londra) marzo 2016:
Il lavoro continua con una residenza a Nest - spazio di creazione (Padova) dove ci si concentrerà sullo sviluppo della parte narrativa, sulla creazione di alcuni prototipi (pupazzi eiprocedere di pari passo con il lavoro di costruzione dei prototipi e quello di ricerca teatrale e circense, nei mesi di maggio e giugno.

Nel mese di luglio in residenza presso la Terra Galleggiante/Teatro del lavoro.

Nella risoluzione teatrale della drammaturgia tre linguaggi vengono coinvolti, non per scelta casuale ma per spiegarla con senso estetico cedendo alla tentazione di raccontare e fare virtuosismo.
Le tecniche di ombre e pupazzi si incontrano con le tecniche circensi.
Sara Celeghin, Luca Mancini e Hugh Purves, della compagnia Teatro invisibile, durante la residenza presso il Teatro del Lavoro hanno sviluppato gli elementi del teatro di figura dello spettacolo At-tesa nel ventre del Cavallo, costruendo prototipi, pupazzi e scrivendo parte della drammaturgia di uno spettacolo che presenta elementi tencici complessi e che verrà lavorato da 5 performer mescolando teatro di figura, teatro di narrazione ed elementi circensi.
La storia si svolge sulla spiaggia antistante la città di Troia, alcuni guerrieri sono nel Cavallo, di fronte ad esso, pezzi di legno spiaggiato, pietre, lamiere contorte... resti di una lunga guerra che, attraverso le memorie dei guerrieri dentro al Cavallo, si animeranno per rivivere dieci anni di guerra attraverso l'utilizzo di pupazzi.
Quello che viene presentato al pubblico durante lo sharing, è un materiale ancora grezzo ed in evoluzione e che mostra il percorso logico che ha portato alla scelta dei materiali per la costruzione e la realizzazione delle figure.
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REPORT

'Amazing creative atmosphere with a gorgeous little theatre and fully-stocked workshop. The residence gives you both the freedom and materials to make some really interesting work'
Hugh Purves

Poter passare 20 giorni in residenza presso il Teatro del lavoro è un'esperienza che qualsiasi artista che lavora col teatro di figura sarebbe onorato di fare: avere a disposizione un laboratorio attrezzato, un teatro piccolo, ma con un fascino indiscutibile e soprattutto il supporto di Georgina e Damiano è un vero lusso per chi vuole concedersi una processo creativo onesto, protetto, svincolato dalla frenesia della produzione e dall'ansia da prestazioni che portano ad andare in scena immaturi ed anzitempo con lavori ammiccanti per il pubblico, ma non sempre adeguatamente sviluppati.
Ogni volta che avevamo un dubbio, una necessità (umana, artistica, organizzativa) Damiano era a disposizione con un sorriso, un aiuto concreto e, spesso, una soluzione adeguata al nostro problema.
Spesso gli artisti lavorano nel loro laboratorio, senza la possibilità di scambiare tempo, energie e riflessioni con altri colleghi, avere l'occasione di stare in “trasferta” toglie dai meccanismi del quotidiano (cose da organizzare, email da mandare...) e proietta in un ambiente di pura creazione e sviluppo personale ed artistico.

IL PROCESSO CREATIVO:
Luca Mancini, Sara Celeghin e Hugh Purves di Teatro invisibile, sono un' equipe internazionale al lavoro sulla costruzione di pupazzi e di una drammaturgia efficace per raccontare memorie e storie dei guerrieri nascosi dentro al ventre del cavallo di Troia.
La residenza di colloca tra le prime tappe di creazione dello spettacolo “Nel ventre del Cavallo”, quando siamo arrivati avevamo già le idee chiare su alcuni personaggi, parte della storia e i materiali che avremmo voluto utilizzare per la costruzione dei pupazzi: la storia della guerra di Troia si sviluppa sulla spiaggia antistante la rocca, quandi per raccontarne i tratti salienti si possono utilizzare gli scarti, i materiali rimasti a terra dopo 10 anni di lotta, lamiere contorte, brandelli di stoffa, pezzi di navi e di accampamento, legni spiaggiati.
Lo spettacolo verrà realizzato da 5 perfomer e metterà in scena la storia attraverso tecniche circensi, pupazzi e lavoro d'attore e sarà in residenza presso NEST (Padova) nei primi mesi del 2017, dovrebbe essere pronto per l'estate del 2017.

LE SCELTE ARTISTICHE e LE SOLUZIONI:
Prima di arrivare a Pinerolo abbiamo fatto diversi tentativi per simulare l'estetica del legno spiaggiato, utilizzando materiali leggeri e flessibili, quali gommapiuma, eva, cartapesta, ma il risultato non ci è sembrato convincente, quindi abbiamo deciso di utilizzare del vero legno spiaggiato o vecchi legni, con tutte le difficoltà di reperibilità, tenuta nel tempo, peso e lavorabilità che questo materiale comporta.
Hugh ha realizzato delle ipotesi di costumi ed una giacca che ha tinto con colori naturali di blu, ha realizzato anche un volto di donna, dalle fattezze perfette e neutre, di cui abbiamo usato lo stampo per creare diversi volti di Elena di Troia con materiali e colori diversi, con possibilità diverese di manipolazione, integri, in frantumi....volevamo un personaggio che raffigurasse un ideale di bellezza stereotipato che va in pezzi nel momento in cui Elena parla al pubblico e rivela il suo conflitto interiore di donna schiava del volere degli Dei, incapace di decidere per sé, incapace di muovere i suoi propri passi.
Si tratta di una marionetta di dimensioni umane, il cui corpo è uno scheletro fatto di vimini e corde, ricoperto di un leggero vestito bianco, che, con un cambio di luci, rivela la sua natura di “fantoccio” vuoto e nelle mani degli dei (in questo caso gli animatori che la maniplano) e che si dissolve sparendo nel finale.
La storia di questo personaggio, per Sara dava la chiave di lettura umana e femminile alla storia, ma mano a mano che abbiamo approfondito anche le vicende degli altri personaggi ci siamo accorti che prende molte attenzione e forse “devia” la concentrazione dalla storia principale che ha come tema l'assurdità della guerra.
Per cui ci siamo interrogati se mantenerla all'interno della storia, se eliminarla o darle un ruolo marginale...la questione è ancora aperta.
20 giorni passano in fretta, tra esperimenti, tenativi, soluzioni più o meno efficaci, e sono la base per costruire e sperimentare coi materiali e diverse possibilità di manipolazione per i personaggi...abbiamo creato infatti alcuni elementi comici: 2 granchietti e 2 soldati piuttosto grotteschi che spezzino la tensione del racconto epico.
Alcuni guerrieri che si creano e si dissolvono in scena ed Ettore, fatto di pietra e Patrocolo di legno, ma con addosso l'armatura di Achille in metallo.
Abbiamo studiato alcune azioni sceniche, dei duelli e scritto la drammaturgia completa.

CONDIVISIONE CON IL PUBBLICO:
C'è ancora molto lavoro da fare, e l'incontro con il pubblico a fine residenza ci ha permesso di chiarire alcune dinamiche e di rispondere ad alcuni interrogativi emersi durante il lavoro.
Molte sono ancora le soluzioni da trovare e le cose su cui interrogarci, ma siamo soddisfatti e l'inizio del lavoro ci sembra molto promettente.