rassegna nuova musica popolare
tutti i venerdì di novembre
dal 5 al 26 ore 21.30

Carlo Pestelli
Carlo mette a nudo il suo repertorio con i suoi soli strumenti: chitarra, voce e armonica. Canzoni rabbiose come quelle del recente disco Un'ora d'aria e ballate spassose come Filomena e Ragazza diciannovenne, ormai due classici del musicista torinese.
A proposito del suo ultimo album così si è espresso il giornalista Franco Vassia:
la vena aurifera del cantautorato colto, precocemente inghiottita da un fiume carsico sul far degli '80, sembra riemergere verso una nuova e vivida luce. Un'ora d'aria di Carlo Pestelli non è soltanto ossigeno allo stato puro quanto una piattaforma analitica di cibo umorale per la mente deputata ad alimentare il pensiero e la riflessione.
Il genere musicale di Carlo Pestelli non è definibile precisamente. È vero che suona e canta ciò che scrive, ma non per questo è uno dei tanti cantautori che di questi tempi s’affacciano alla ribalta. E questo per almeno due motivi: il primo è che suona bene, chitarra e armonica, e in secondo luogo perché l’influsso teatrale è un ingrediente basilare dei suoi spettacoli. La sua capacità comunicativa, basata su un’immediatezza falsata dalla ricerca del punto di contatto tra vita naturale ed esistenza surreale, lo ha reso noto ad un pubblico che a Torino affolla regolarmente i suoi concerti fino a esaurire in fretta i posti del Folk Club come del Piccolo Regio. Nei suoi recital Carlo miscela la canzone d'autore e la ballata umoristica in un continuo saliscendi d’atmosfera, quasi a non volerla mai raccontare giusta al pubblico fino in fondo. Sicuramente per questo secondo aspetto del repertorio il teatro-canzone di Giorgio Gaber è un punto di riferimento ben presente, riconoscibile anche per i brevi e graffianti monologhi che intervallano le canzoni.
