È il nuovo nome che racchiude la “città” teatrale dove l’Associazione La Terra Galleggiante inserisce i vari indirizzi del suo intervento.
È innegabile che sia potuto apparire ridondante il “proliferare” di etichette e nomenclature date alle varie iniziative dell’associazione ma è altrettanto veritiero che è stata una necessità per definirne un percorso con la possibilità di ritrovarsi con precisione in questa “città” del Teatro di Figura.
Nell’attività trentennale che la nostra organizzazione svolge sul territorio attraverso l’opera di produzione di spettacoli, organizzazione artistica del festival internazionale di teatro di figura, con la presenza nelle scuole di ogni grado e con il costante impegno di sensibilizzazione delle nuove generazioni verso il teatro e la sua riflessione pedagogico-poetica presente in esso per natura, mancava la gestione artistica di una sede che racchiudesse tutte queste esperienze in una sintesi virtuosa per trarne profitto culturale in modo chiaro e continuativo.
Cercare un punto di riferimento, una sede fortemente identitaria, diviene nel contesto culturale attuale un elemento importante per elaborare percorsi artistici di crescita culturale e, secondo noi, anche morale. Siamo determinati, in definitiva, a costruire una macchina culturale in cui lo spazio teatrale (l’open space) divenga il fulcro di iniziative d’arte, motore che trascini in avanti verso l’innovazione, e che in definitiva abbia la capacità di proporre discorsi diversi e paralleli, multiformi e approfonditi, radicati e aperti verso l’esterno. Tutto ciò è fondamentale per una comunità, soprattutto per i ragazzi e i giovani; essi debbono sentire e vedere, capire le realtà teatrali anche se elementi complessi di comunicazione, in modo di affinare il proprio io conoscitivo e non solo annegare nell’adeguamento a proposte semplici, strumentalmente seduttive.
Si propone una cultura degna, secondo noi, se si lavora come il contadino con la sua terra: si dissoda, si arricchisce il terreno, si semina, si irriga e poi si attende. Non è un lavoro “fast”, veloce, non è con l’usa e getta delle produzioni e delle programmazioni teatrali che i pubblici, le persone impareranno a rispettare, a rispettarsi. Se una missione vogliamo darla a questo “Teatro del Lavoro”, è quella di non trasformare l’offerta, e la necessità, di teatro in una sola opportunità di consumo.
In questa considerazione c’è il bisogno di sostegno da tutti coloro che credono opportuno dare "gambe" alla cultura e alla poesia, e non solo sono invitati, ma come elemento imprescindibile.
Damiano Privitera
Per le sue caratteristiche e la sua posizione centrale nella città, la sala può dare anche un servizio di ospitalità verso quelle iniziative teatrali e sociali che nel territorio necessitino di uno spazio strutturalmente e tecnicamente validi.
Per questo motivo l'Associazione La Terra Galleggiante mette a disposizione, con l'affitto a prezzi contenuti, lo spazio.
La sala del Teatro del Lavoro viene concessa alle iniziative di carattere pubblico e privato che abbiamo comunque e sempre indirizzi sociali e culturali che non contraddicano lo statuto dell'Associazione che la gestisce legalmente.
Se l'uso dello spazio viene richiesto per eventi che si contrappongono ai valori della stessa associazione, l'affitto non verrà concesso.
La direzione si avvarrà di questa facoltà, di volta in volta.

Tra le tante ipotesi di nomi per battezzare la sala abbiamo scelto quello che deve rappresentarne con lungimiranza il carattere.
Le alternative più o meno interessanti e carine erano molte, ma poche quelle plausibili; cercavamo qualcosa avesse la forza di superare la semplice etichettatura di una localizzazione logistica.
Alla fine, come sempre succede, riflettendo con semplicità su quello che si stava facendo e sulle nostre motivazioni, il nome è saltato fuori con naturalezza: teatro del lavoro
“Lavoro” perché dietro sua realizzazione c’è stato un attività di anni, di tentativi andati male, di disillusioni brucianti ed ora per la sua realizzazione c’è gente che lavora duro. Chi segue il progetto, chi segue la burocrzia, chi esegue i lavori; giorno dopo giorno c’è lavoro che ne concretizzano l’idea.
“Lavoro” perché dobbiamo far capire al pubblico e ai futuri artisti che ci si accosta alla vita teatrale professionale solo predispenendosi ad uno duro sforzo intellettuale e non solo, in cui gli elementi “divini” della fantasia e della creatività non sono i soli o i più importanti ma che la poesia e l’arte la si fa soprattutto con l’impegno assiduo, faticoso, e alcune volte doloroso e anche noioso, caratteristiche proprie di qualsiasi lavoro.
Una attività in cui se c’è un privilegio è quello di fare quello che vuole l’anima.
Una indicazione per i giovani, quindi e un sottolineatura di dignità e rispetto dovuto.
Il Centro
Il centro consta di tre spazi distinti:
il teatro, il centro di documentazione e piccola residenza per artisti.
Nelle dimensioni consentite dalle possibilità della compagnia, si è voluto dare una fisionomia ideale alla struttura. Le tre parti congiunte danno un valore aggiunto al centro, una modalità che deve richiamare l’attenzione delle istituzioni su un ipotetico intervento culturale “propositivo”.
Le esperienze personali fanno pensare che solo l’immersione completa in una situazione teatrale organizzata (potremmo definire l’idea bottega la generatrice), possono fare emergere nelle persone le capacità e le potenzialità espressive, se ci sono, naturalmente.
Seguire il lavoro operativo di una compagnia, capirne la strutturazione, identificarne una sistemicità aiutano a far crescere dentro di sé la sicurezza e sevrono a maturare percorsi artistici individuali.

