Teatro Teatro Tondo
rassegna teatro di figura per ragazzi

Tutte le domeniche pomeriggio
dal 13 febbraio al 20 marzo
Compagnia Sillabe
Nel 2003 abbiamo fondato (insieme ad altri "pazzerelli") l’Associazione sperimentale e di ricerca teatrale Progetto Zoran  all’interno della quale siamo stati attori e abbiamo condotto numerosi laboratori teatrali in diverse scuole torinesi. Nel 2009 abbiamo creato  Sillabe che, oltre a gestire l' organizzazione di Sillabe d' Acqua, si occupa di laboratori teatrali ,organizzazione e promozione di eventi teatrali e della produzione di spettacoli.
Nello stesso anno il nostro percorso ha incrociato quello di Associazione Bonaventura...è stato amore a prima vista e siamo entrati a farne parte!


Un amore esagerato
tecnica teatro d’attore e teatro di figura
Santiago Beron vive in un quartiere di Buenos Aires, è il più piccoletto della scuola, ma è anche quello che ha le “voglie” più grandi. La storia inizia quando incontra lei, Teresita Yoon, appena arrivata da un paese straniero e lontano, che diventa la sua compagna di banco e di giochi.
Un caso, ma anche una fortuna! Parlano due lingue diverse ma questo non è un ostacolo per comprendere i rispettivi sentimenti. Mentre questo amore cresce le “ voglie” di Santiago diventano sempre più ingestibili ed appariscenti…
Cosa vuol dire "esagerato"? Vuol dire "troppo" di tutto: troppo timido, troppo pigro, troppo innamorato, esageratamente innamorato.
Ma l'amore non è mai troppo, nè si è mai troppo piccoli o troppo grandi per sentirlo.
Così è giustissimo che Santiago abbia per Teresita un amore esagerato.
A volte gli adulti capiscono troppo poco una storia bella come questa

di e con Fabio Castello e Giuseppina Francia
regia
Sillabe
supervisione
La Bonaventura
scenografie
dANNYdANNO

Maura Sesia - La Repubblica

UN AMORE ESAGERATO È uno spettacolo per piccini ma non è una storia rimpicciolita. Anzi,
Un amore esagerato della Compagnia Sillabe parla di un sentimento grandioso tra due bambini, una passione incontenibile, ingenua, innocente ed autentica. Una pièce poco giocata sul testo verbale e molto sulla fisicità, sulle maschere facciali, sugli oggetti simbolici e sulla scenografia, minimale ma significativa. Fabio Castello e Giuseppina Francia hanno tratto la vicenda da un libro di Graciela Montes; protagonisti sono Teresita e Santiago, compagni di scuola; la bambina è straniera, parla buffo ed incomprensibile, il bambino ha i sogni più grandi della classe ma è il più piccolo, è l’unico a non sbeffeggiare Teresita per la sua spassosa pronuncia, la accoglie come vicina di banco, cerca di insegnarle la propria lingua, impara un po’ quella di lei. Per caso, e per fortuna, i ragazzi sono vicini di casa, tornare insieme dopo le lezioni fa scoccare l’amore, tra i sodali ed i conoscenti nascono i partiti di chi è favorevole e di chi è contrario, ma a Santiago non importa, riempie di fiori la sua bella (e brava) Teresita, felice, felici, solari, sorridenti. Però. La ragazzina deve cambiare casa, trasferirsi in una città lontana. Si rimedia con le lettere, che partono, lungo un filo, portano notizie, pezzi di focaccia, petali ed anche una formica. Passa il tempo, è il compleanno di Teresita e Santiago opta per un regalo speciale: un’enorme lettera in cui rinchiudersi. La sorpresa è gradita e i bambini sbocconcelleranno uniti la pagnotta-torta. Tanti baluginii di attualità riverberano da questo allestimento, che sembra rispecchiare la realtà bambina senza indugiare in sdolcinature. L’integrazione infantile è a tinte pastello e i sentimenti, nonostante l’incredulità degli adulti, possono superare tempo e spazio. Il finale è piacevolmente aperto ma, dopo i ringraziamenti, Castello e Francia salutano il pubblico chiedendo a chi vuole di scrivere un’ipotetica conclusione ed imbucarla in un’apposita cassetta sul palco: perché il gioco prosegue, oltre il sipario serrato.

06 marzo ore 16.30 per tutti