rassegna teatro comico
i sabati
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Simone Perinelli si diploma presso la Scuola Internazionale di Teatro“Circo a Vapore”. Frequenta anche “Cinecittà Campus” con Rino Cassano, Lino Damiani e Ugo De Vita. Poi approfondisce la sua formazione presso stage e laboratori tra cui “Intensivo Stanislavskij - Strasberg” con Beatrice Bracco, “La Commedia dell’Arte” con Marco Paciotti (Ondadurto Teatro). “La risata da Pirandello a Beckett” con Caterina Merlino, “Corso di Formazione Teatrale” diretto da Edoardo Sala e la Master Class 2010 “Argotmentando” Comune di Roma e teatro Argot con Roberto Latini (FORTEBRACCIO teatro), Maurizio Panici e Ilaria Drago. Attualmente lavora come attore nella compagnia “Mario Chiocchio” di Renato Giordano (La grande Commedia dell’Insulina, Il Primo Bacio), la “Compagnia Dell’Orologio” di Valentino Orfeo (“L’altro Figlio e All’Uscita” di L. Pirandello) e la “Compagnia” Molière di Mario Scaccia (“Chicchignola” di E. Petrolini, “Il Misantropo” di Molière per la regia di Mario Scaccia).
Nel 2009 vince il "Premio Totò" al Teatro Tasso di Sorrento, ed il premio "Miglior Attore" al Festival italiano di Drammaturgia "Schegge d'Autore" con lo spettacolo "Cambio Vita". Nel 2010 gli viene assegnato il "Premio della Critica" al Premio Charlot di Paestum. Premio "Miglior Regia" al Festival del Teatro Comico presso il Teatro Petrolini di Roma.
Nel 2010 fonda la compagnia teatrale "LeVieDelFool"
Cambio vita
di Simone Perinelli
con Simone Perinelli e Aurora Mascheretti
regia Roberto Belli
aiuto regia Daniele Fabbri
scene e costumi Tiziana Virgilio
E se, per scegliere la religione a cui dedicarsi per il resto della sua vita, un uomo mettesse a confronto le “offerte speciali” che le varie dottrine propongono? Alla perenne ricerca di un lavoro appassionante, di un amore vero in cui credere e in una vita più lunga e appagante, il protagonista Vincenzo dovrà barcamenarsi tra paradisiache segreterie telefoniche e irripetibili offerte speciali che lo porteranno sull’orlo di una crisi di nervi, fino a
scoprire di essere vittima di uno “scherzo ultraterreno” architettato da un unico Dio che di volta in volta cambia nome in Budda, Allah, Manitù e molti altri. Dietro il paradosso, si nasconde un’analisi semiseria del moderno rapporto tra uomo e Divinità e, ancor di più, dell’uso spregiudicato di certi dettami religiosi. Fino al vero e proprio colpo di scena finale che ribalta la situazione e, nell’eterna lotta tra laicismo e clericalismo, mette l’uomo al centro di ogni ragionamento sul libero arbitrio. La maschera clownesca di Simone Perinelli ci racconta l’eterna lotta tra il divino e il blasfemo che albergano in ciascuno di noi. Un uomo qualunque, nella stanza di casa sua, decide di cambiare vita e di allontanarsi dalla religione cristiana per praticare il buddismo. In una lettera indirizzata a Buddha, spiegherà il motivodella sua scelta cioè il fatto di poter vivere sette vite piuttosto che una. Ma Dio è ovunque e si accorge subito dal piano escogitato da Vincenzo che diventa vittima di uno “scherzo ultraterreno”. Come nelle migliori compagnie telefoniche, quando un cliente decide di
cambiare gestore, viene contattato dalla sua compagnia telefonica che gli propone offerte più vantaggiose. Così farà Dio con Vincenzo sebbene l’ offerta non potrà certamente essere fatta di telefonate e sms gratis, ma sarà attinente ad ambiti più strettamente umani : un lavoro migliore e una migliore qualità della vita, fino a proporgli una vita più lunga. Un vero e proprio paradosso nel quale Vincenzo dovrà destreggiarsi bene . Ma se vogliamo, tutto un pretesto per mettere in scena un dialogo con Dio che troverà nel suo culmine un vero e proprio colpo di scena e un ribaltamento della situazione.
04 dicembre ore 21.30 per tutti

Linea di Confine
E' passione. E' inquietudine. Emergenza. Domanda. E soprattutto è piacere. Bisogno di insistere nella perpetrazione del gioco. Il gioco, che è la passione per l’illusione, oggi è degradato e incatenato al rango di funzione. Perché
nulla deve e può bastare a sé stesso in questa società della pseudo- libertà e autonomia. L’imperativo infatti è la dipendenza, il non bastarsi mai, il non essere contenti, sufficienti a se stessi, per rimanere incagliati nel meccanismo vorace del desiderio inappagato, della gratificazione frustrata, dell’agognare per assaporare la delusione. Il gioco allora non è più libero, non è più gioco come generatore di illusione e di possibile, di spazi vuoti da riempire di fantasia. Il gioco oggi viene schiavizzato dalla simulazione. Si finge, si gioca a parlarsi, a comunicare, a cercare il contatto per il contatto naufragando così in un’auto-seduzione del linguaggio che non ha più nulla da dire. Eccoci al cortocircuito, all’implosione, alla circolarità che partorisce auto-compiacimento e autosuggestione. Davvero bastiamo a noi stessi? Dove siamo noi? Dov’è il senso di appartenenza? Dove è la comunità? Come possiamo davvero credere che il sociale sia la rincorsa alla vittoria, alla sopraffazione dell’altro? E' nella comunità, nostra terra, casa, famiglia, che l’uomo ritrova e recupera il senso del suo esistere, dello spazio e del tempo.
L’essere con l’altro, in confronto e in condivisione. La comunità è l’anello del tempo, passato presente e futuro. Li' dimora il prima, il cio' che è stato, la tradizione che ci permette di essere ora e di farci responsabili del nostro domani.